Ultima modifica: 10 Gennaio 2021

Il Senza Zaino nella Scuola dell’infanzia di Bienno

LA SCUOLA DELL’INFANZIA DI BIENNO

L’OSPITALITA’

L’ospitalità, nella scuola dell’Infanzia Statale di Bienno, si concretizza nella creazione di spazi il più possibile accoglienti e gradevoli, atti a fare sentire a proprio agio i bambini, gli accompagnatori le insegnanti e il personale ausiliario. L’ambiente è composto da 2 aule, un salone, una zona pranzo posti al piano terra, un giardino, nonché la palestra e un teatrino nel piano seminterrato. Le aule sono accoglienti, luminose e arredate con mobili pensati e realizzati su misura per rispondere alle esigenze dei piccoli utenti: sono aperti nella parte centrale e/o inferiore in cui sono messi a disposizione materiali ludici ed operativi e chiusi nella parte  superiore o inferiore dove vengono riposti i materiali non immediatamente fruibili. Sono state allestite con numerosi “angoli ludici” accattivanti che sollecitano e motivano a svolgere in autonomia una pluralità di giochi e attività fondamentali per la crescita del bambino in tutti i suoi aspetti. C’è in ogni sezione l’angolo della cucina con travestimenti e suppellettili che favorisce il gioco simbolico; l’angolo delle costruzioni che stimola a progettare, inventare, realizzare; la zona della sabbia cinetica e quella della pasta da modellare che favoriscono lo sviluppo della creatività e della motricità fine; l’angolo dei giochi linguistici e logico/matematici che potenziano le capacità cognitive; l’angolo della creatività, del disegno e del bricolage che permettono di dare corso alla fantasia e all’inventiva. Negli angoli vengono messi a disposizione dei bambini i materiali che suscitano il loro interesse e vengono sostituiti e/o integrati man mano che mutano gli interessi. Alcuni materiali ludici vengono costruiti dai bambini stessi durante le attività. Gli elaborati grafici dei bambini sono raccolti in buste trasparenti e i prodotti collettivi sono esposti ed appesi accuratamente in ogni sezione.

Anche il salone è allestito con angoli ludici. Vi trovano posto un atelier di pittura dove i bambini dipingono liberamente, due grandi pedane su cui giocano con gli animali e con i legnetti, dei solidi morbidi con cui costruire un percorso, un altro percorso sensoriale e una zona lettura con libreria e divanetti. Il giardino è molto accogliente, pavimentato con materiale antiurto ed offre la possibilità di giocare con tricicli, bici senza pedali, monopattini e sviluppare competenze motorie, di usare strutture ludiche per arrampicare e scivolare, di svolgere giochi simbolici nelle casette nonché di scavare nelle sabbionaie durante la bella stagione. La palestra viene strutturata in angoli per meglio accogliere i bambini ed offrire la possibilità di esercitare diverse abilità motorie: grosso motorie nella zona dei salti, costruttive nella zona delle costruzioni e simboliche nella zona dei solidi morbidi. La gradevolezza degli ambienti è arricchita da zone con piante verdi e fiorite. Per favorire il senso di appartenenza dei genitori alla vita della scuola è stata predisposta nel salone una bacheca dove trovano spazio informazioni sulle attività che si svolgono a scuola con relativi orari, il menù ed avvisi di vario genere. Gli avvisi specifici vengono introdotti in barattoli fissati in prossimità degli effetti personali dei bambini. Periodicamente e/o a seconda delle attività i genitori, i nonni, vengono invitati a scuola per partecipare a manifestazioni, eventi, attività e/o coinvolti nella loro progettazione e realizzazione. Inoltre, sulla porta di ciascuna sezione è a disposizione di tutti per essere guardato e sfogliato, su un tavolino, il “manuale di sezione” dove i bambini e il personale scolastico si presentano, raccontano con disegni di quali gruppi fanno parte, della strutturazione degli spazi e delle attività.

RESPONSABILITA’

Compito fondamentale della scuola è quello di portare gli alunni alla graduale conquista dell’autonomia personale e del senso di responsabilità, facendo in modo che diventino sempre più i protagonisti attivi della vita scolastica. A tal fine, nella Scuola dell’Infanzia Statale di Bienno, sono stati affidati loro alcuni incarichi che favoriscono la gestione della cura dell’ambiente, dei compagni e del proprio apprendimento. Ogni giorno vengono distribuiti a rotazione i seguenti incarichi: distribuire lo spuntino mattutino e la merenda pomeridiana, contare i presenti, registrare il calendario giornaliero e settimanale, pulire i tavoli di lavoro alla sera, controllare che i materiali negli angoli siano in ordine, controllare che i colori siano chiusi e riposti correttamente, chiamare in fila i compagni per gli spostamenti interni ed esterni.

Per favorire la gestione degli incarichi, ciascun compito è visualizzato su un pannello con un disegno schematico e accanto viene messa e sostituita ogni giorno la fotografia dell’incaricato.

L’afflusso negli angoli ludici è un altro aspetto organizzato in modo da favorire una gestione ordinata e autonoma del momento di gioco/attività: in ciascuno è stata posta una striscia di cartoncino con tante caselle quanti sono i giocatori che può ospitare e sulla quale i bambini mettono il proprio segna presenza. Per favorire la comprensione e l’assunzione delle regole propedeutiche alla ordinata fruizione delle attività che trovano posto negli angoli, accanto alla striscia delle presenze, sono state messe le istruzioni per  l’uso (IPU): una striscia di cartoncino che mostra tramite disegni schematici i passaggi fondamentali individuati insieme ai bambini e che si ritiene importante rispettare. Le “istruzioni per l’uso” sono state messe anche negli angoli del salone e nei bagni. Essere responsabili significa anche cooperare e saper lavorare in gruppo con i compagni. A tal fine vengono proposti ai bambini lavori in coppia e/o a piccoli gruppi per la realizzazione dei quali essi stessi vengono sollecitati, con il supporto delle insegnanti, a organizzarsi dividendo opportunamente compiti e ruoli e impegnandosi a portarli a termine. La responsabilità inoltre viene declinata nella possibilità di scelta durante la realizzazione di alcuni lavori: ad esempio, gli elaborati grafici possono essere svolti con i materiali preferiti o maggiormente congeniali alla fase di crescita: tempere, acquarelli, pennarelli, matite, pastelli a cera, plastilina. In questo contesto, la figura dell’insegnante assume un ruolo periferico ma non meno importante: ad essa spetta il compito di fare da facilitatrice, mediatrice, supporto.

COMUNITA’

Essere parte di una comunità si concretizza in alcuni momenti collegiali. Al mattino in salone si riuniscono i bambini di entrambe le sezioni. In questo momento si annunciano e/o si confrontano le attività della giornata, si cantano delle canzoncine di saluto e qualche volta si guardano dei cortometraggi in lingua inglese.

Anche in sezione si vivono numerosi momenti comunitari radunandosi tutti insieme nella zona dell’agorà:

  • al mattino dopo l’arrivo di tutti ci si riunisce per svolgere attività di routine: conteggio dei bambini, registrazione del calendario, spuntino
  • prima del pranzo si svolgono giochi di intrattenimento mentre a turno ci si prepara in bagno per il pranzo
  • dopo il gioco libero nel primo pomeriggio ci si riunisce per un momento di rilassamento tranquillo e per presentare il lavoro pomeridiano
  • nel tardo pomeriggio prima di andare a casa ci si trova per aspettare insieme i genitori
  • durante lo svolgimento delle attività ci si riunisce, quando necessario, per svolgere le conversazioni che l’argomento suggerisce.

Tutti questi momenti contribuiscono a creare la cultura del gruppo, della classe: si impara a conoscersi, a mostrarsi, ad accettarsi, apprezzarsi. A volte si entra in conflitto, si litiga ed allora diventa importante la figura dell’insegnante che cercando di essere anello di congiunzione supporta nella mediazione, nella ricomposizione delle fratture. Man mano che il tempo passa, il gruppo cresce, si costituisce diventando una piccola comunità. Anche la condivisione dei materiali è un modo per fare comunità. I bambini per lavorare trovano posto su ampi tavoli quadrati che definiscono delle isole di lavoro. A disposizione di ogni isola, sullo scaffale  adiacente sono messi contenitori di pennarelli, di matite (con gomme e temperini) e di pastelli a cera che vengono usati collegialmente dai bambini. Le stesse isole, durante il gioco libero sono usate ciascuna per attività differenti: abbiamo l’isola dei giochi linguistici e matematici, la zona della creatività e del bricolage, la zona della manipolazione dove giochi e materiali quali formine, pasta da modellare, pasta, semi, ecc. vengono condivisi.

La comunità scolastica formata dai bambini, dalle insegnanti e dal personale ausiliario, intrattiene relazioni con altre istituzioni, comunità, presenti sul territorio e si arricchisce del loro incontro. Pertanto si creano nuovi legami di comunità attraverso:

  • momenti di festa e di attività con i nonni
  • momenti di festa e di attività con i genitori
  • realizzazione dell’orto della scuola insieme ai nonni o agli utenti di altre comunità territoriali
  • uscite alla RSA del paese per vivere con gli ospiti momenti di convivialità e di attività
  • uscite alla biblioteca comunale per prendere a prestito i libri
  • incontri con gli alunni della scuola primaria per conoscere l’ambiente e gli attori che accoglieranno i bambini dopo la scuola dell’infanzia.

I genitori stessi hanno autonomamente creato una piccola comunità con scambi di impressioni e confronti  sui vissuti scolastici nonché per organizzare attività dedite alla raccolta di fondi per il miglioramento delle strutture della scuola.

METODOLOGIA DELLA RICERCA

La Scuola dell’Infanzia Statale di Bienno si ispira alla metodologia della ricerca d’ambiente ideata da Idana Pescioli, una pedagogista toscana che, nella seconda metà del secolo scorso, ha condotto numerose sperimentazioni nella scuola dell’infanzia. La metodologia della ricerca, permette un approccio globale alle conoscenze, favorito dall’individuazione di un argomento, una problematica, un progetto unitario a cui lavorare, avvalendosi dell’apporto di tutti i campi di esperienza. Durante le ricerche non si avrà più la suddivisione temporale del momento in cui si svolgono attività linguistiche o pittoriche o motorie facenti capo ciascuna ad argomenti diversi ma le attività inerenti ai diversi campi di esperienza concorreranno allo svolgimento della tematica della ricerca.

Questa metodologia si basa su alcuni punti fermi:

  • Proporre ricerche desunte dagli interessi espressi dai bambini durante una prima fase di osservazione
  • Fare del territorio con le sue risorse l’ambito di esplorazione
  • Introdurre la ricerca facendo uso di “stimoli di qualità” che possono essere quadri d’autore o poesie o brani di prosa oppure uscite didattiche. Lo stimolo di qualità si oppone all’uso di materiali commerciali e stereotipati, affidandosi alla voce di qualcuno che ha inteso esprimere qualcosa di autentico e personale che possieda risonanza universale
  • Rispettare e avvalorare gli interessi dei bambini che emergono durante lo svolgimento della ricerca. Questo comporta una notevole flessibilità da parte delle insegnanti nel seguire anche percorsi diversi rispetto a quelli preordinati
  • Individualizzare e personalizzare le attività. Questo può essere fatto permettendo ai bambini di realizzare gli elaborati con le tecniche preferite o maggiormente congeniali oppure offrendo la possibilità di scegliere se lavorare in piccolo gruppo, a coppie o individualmente.

Gli stimoli di qualità hanno la funzione di canalizzare in modo preciso l’interesse dei bambini verso l’argomento nei confronti del quale hanno già espresso una qualche predilezione oppure di rilanciare l’interesse su piste di lavoro particolari. Si introducono diversamente a seconda del tipo di stimolo.

Presentando un quadro d’autore, un libro, una poesia si seguono le seguenti fasi:

1) Alcuni giorni prima della presentazione diretta del quadro o altro, questo viene appeso in un luogo ben visibile ad altezza di bambino.

2) Giunto il momento della presentazione viene posta la seguente domanda: “cosa c’è?”. Le risposte dei bambini vengono trascritte integralmente e non vengono censurate o giudicate anche se si ripetono. Vengono visualizzate in una mappa che riporta un disegno illustrativo vicino alle risposte. Si chiede poi di realizzare con disegno la cosa che è piaciuta di più. Il giorno successivo si propone una nuova conversazione chiedendo “come è?”. Questa domanda ha la funzione di stimolare i bambini a esprimere con aggettivi delle qualificazioni di ciò che hanno visto o ascoltato.

3) A questo punto inizia il lavoro vero e proprio. “Leggendo” i disegni dei bambini, riflettendo sulle loro risposte, conversando ulteriormente con loro sulla domanda: “cosa possiamo fare?” si individua la pista di lavoro che sembra aver maggiormente attirato l’attenzione dei piccoli e che sembra offrire maggiori spunti e possibilità di elaborazioni didattiche. D’ora in poi il lavoro potrà seguire strade diverse a seconda degli interessi mostrati dai bambini.

  • Nel caso in cui si proponga una uscita didattica, questa sarà organizzata insieme ai bambini attraverso una conversazione nella quale: a) Si propone la meta b) Si ipotizza dove sarà quel luogo c) Si valuta con cosa andare d) Con chi andare e) Cosa si porta f) Cosa si fa una volta giunti sul posto. Le risposte vengono trascritte e visualizzate sotto forma di mappa concettuale o altro ed affiancate dai disegni dei bambini, di modo che anche loro possano “leggere” le risposte. Si realizza l’uscita ed al rientro si ripercorrono insieme ai bambini le domande iniziali per vedere se quanto è stato previsto ed ipotizzato è andato secondo le aspettative o in modo diverso. A questo punto si pone la domanda: “cosa abbiamo visto?” e si trascrivono integralmente le risposte. Se sono stati raccolti dei materiali e questi rientrano nelle risposte del “cosa abbiamo visto?” questi si classificano, si toccano, si osservano. Infine i bambini realizzano il disegno di ciò che ha attratto maggiormente la loro attenzione. Anche in questo caso, dalla lettura dei disegni, dalla riflessione sulle conversazioni, dal dialogo sul “cosa possiamo fare?” emergeranno le piste didattiche maggiormente interessanti per il gruppo.

Le piste di lavoro che prendono avvio dalla complessa presentazione degli stimoli, seguiranno il percorso “corpo, mani, segni”, vale a dire che le esperienze che si sceglieranno e/o approfondiranno, verranno realizzate prima attraverso il vissuto corporeo, poi usando materiali informali (legnetti, oggetti vari, pasta da modellare…) o strutturati (costruzioni) e si approderà infine alla elaborazione iconica con tempere, acquerelli, matite o altri mezzi grafici. Nell’affrontare una poesia o un brano letterario ci si potrà soffermare anche sulle parole difficili. Per interiorizzarne il significato potrà essere proposto il percorso “corpo, mani, segni”.

VARIAZIONI COVID

A causa della pandemia dovuta al Covid, durante questo anno scolastico sono state introdotte alcune modifiche che cambiano temporaneamente il modo di fare comunità. I momenti di festa e di attività con i nonni e i genitori stanno trovando espressione soltanto on line. Le uscite alla scuola primaria e alla biblioteca sono temporaneamente sospese. Anziché fare uso di materiali condivisi, ogni bambino è dotato di un kit di lavoro individuale composto da pennarelli, matite colorate, forbici, colla, ecc. per ovviare al fatto che questi materiali possono facilmente essere messi in bocca. Il materiale per la manipolazione: formine, mattarelli, attrezzi per tagliare, viene utilizzato collettivamente ma sanificato dopo ogni utilizzo dalle collaboratrici. La pasta da modellare invece è stata distribuita individualmente a ciascuno. Il giardino, anziché essere usato insieme dai bambini delle 2 sezioni è stato diviso in 2 zone che vengono usate a turno. Nelle classi la zona dell’agorà con panchine è stata temporaneamente rimossa per favorire il distanziamento. Le conversazioni hanno però luogo ugualmente con i bambini che trovano posto nella propria isola. Anche le distanze ai tavoli sono state aumentate… un solo bambino per ogni lato che mantiene un posto fisso per lavorare e per mangiare.